venerdì 20 gennaio 2012

POESIA a cura di Luigi Carotenuto su l'EstroVerso (www.lestroverso.it)

I fiori del male
di Charles Baudelaire - (traduzione di Giorgio Caproni)

ll pregevolissimo volume Marsilio, curato egregiamente da Luca Pietromarchi (esaustivo, appassionato e acuto sguardo critico), è un'occasione per annusare tutti gli odori sparsi nell'aria da I fiori del male, floridissimi ancora oggi, in una introvabile traduzione del poeta Giorgio Caproni (di cui ricorre quest'anno il centenario dalla nascita), geniale e sensibile traduttore di Charles Baudelaire. Dalla copertina spiccano severi gli occhi del poeta francese, l'altrove pare abbia trovato domicilio nelle sue pupille insieme alle cateratte del vizio. Rovistando le tenebre egli ha tratto alla luce un'umanità rinnovata, salvata da mano di artista pietoso e universale. Baudelaire ha giocato fino in fondo e sul serio la partita di uomo e intellettuale, allargando visioni cognitive e profondendosi in immagini estremamente vivide, toccanti, incastrate in forme di sonetto o in rima alternata, slanciandosi dalla tradizione fino “Au fond de l'Inconnu pour trouver du nouveau!”. Da visivo a visionario, la scrittura, eccelsa anche trasfusa sui poemi in prosa, gli aforismi o i commenti d'arte, mette a tu per tu il lettore, ipocrita o no che sia, così affondata com'è sulle bassezze umane, dunque attuale. Armandosi di sarcasmi e ironie per difendere il suo nudo cuore lacerato in una Parigi troppo indaffarata, indifferente al poeta albatros, manifesta aristocratico disprezzo dandy per la società borghese, e annota, profetico, nei Journaux intimes (trad. Marco Vignolo Gargini): “[…] periremo per ciò che noi abbiamo creduto di vivere. La meccanica ci avrà talmente americanizzato, il progresso avrà così bene atrofizzato in noi tutta la parte spirituale, che nulla tra le fantasticherie sanguinarie, sacrileghe, o antinaturali degli utopisti potrà essere comparato ai suoi risultati”.
Luigi Carotenuto


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