Retroparole
“Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente cosa gli è stato concesso di scrivere”. Il pensiero, fisiologicamente stuzzicante, di Jorge Luis Borges sovviene dopo aver letto Retroparole (Poesia italiana 1982 – 2009) di Giuseppe Amoroso (Prova d’Autore), incantevole raccolta - altresì invogliante - di recensioni letterarie rivolte ai versificatori che hanno animato - eternandolo - un trentennio esistenziale. Il paragrafo intitolato a Mario Grasso, alla “vocalità di una scrittura capace di mettersi al servizio di ogni tema”, alle “architetture cariche di slanci su cui esercita il prezioso controllo”, schiude il volume. E ancora, delicatezza e zelo, prestati alle opere di Bartolo Cattafi “poeta scarnificato” che “sfoltisce” sino “al fondo oscuro delle cose”; Lucio Piccolo, aedo “assorto” che con la “mescolanza di toni di un raffinato e flessibile canto” afferra “sfaldarsi dei sogni” e “caduta dei miti”; Giuliano Gramigna, ironico, nostalgico, consapevole di “un’essenza granulare del mondo”; Antonio Porta dalla “forza del verso, tinteggiato di leopardiana malinconia”, capace di “unire patimento e speranza”; Milo De Angelis, “abbagliato da un universo tentacolare e sfuggente… mai sottratto all’improvviso prorompere della luce”; Patrizia Valduga, percorrente itinerari in apparenza battuti “per liberare nuove note e collocarle in un’originale biblioteca d’amore e di morte”; Dario Bellezza e la parola, “spavalda”, “barocca”, “lineare”, che “si impenna in alchimie verbali”; Valerio Magrelli, “salace”, che “pianta nei testi il cuneo della manomissione ironica”; Antonio Di Mauro e la “levità sospesa” che “accarezza i versi e li raccoglie integri in un’aria dipinta di soave lindura”; Roberto Mussapi, “capace di trovare l’oltre dove vacilla la cornice dello sguardo”; Nelo Risi, accorto testimone di una “società che sbanda” e, non ultimo, di concerto con numerosi altri protagonisti della selezione, Andrea Manzi che con i propri versi, colmi di passione e di euforie, fa emergere “come spezzoni di un dominato caos metropolitano, anche i diafani colori della quiete”.
Grazia Calanna
Nessun commento:
Posta un commento